30 è la somma delle loro età, 16 più 14. Quelle di ragazzini armati di 2 coltelli. Le lame sono affilate, 23 centimetri dalla punta all’impugnatura. I carabinieri della compagnia Centro li hanno controllati in strada, tra i locali della movida di Chiaia e del centro storico. Sono in forze per arginare qualsiasi deriva violenta, con loro pattuglie del nucleo radiomobile e del reggimento Campania.
I due non sanno cosa rispondere, consegnano quelle due armi ma chiedono di non avvisare i loro genitori. I carabinieri devono farlo e il silenzio di mamma e papà, quando scoprono cosa è accaduto, pesa più di qualsiasi condanna. Saranno denunciati per porto abusivo di armi, i due coltelli sequestrati.
Torneranno a casa, serata finita prima di iniziare. I genitori, con la dignità di chi lotta ogni giorno per educare alla legalità, chiederanno scusa ai carabinieri. Scene comuni queste, alle quali numeri e statistiche non possono dare giustizia.
Scene di un divertimento legato strettamente all’idea di essere intoccabili, invincibili. Alla consapevolezza che un’arma possa risolvere piuttosto che complicare. Alla leggerezza di una scelta che può costare tanto. Così tanto da non poter sostenere lo sguardo smarrito di una madre e di un padre delusi.
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