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Alcuni imprenditori che, a suo tempo, hanno acquistato e regolarmente pagato immobili dalla società Scafati Sviluppo, ora fallita, rischiano di perdere quanto di loro proprietà. Infatti il Tribunale di Nocera Inferiore con sentenza ha accolto la richiesta di revocatoria della curatela fallimentare della società Scafati Sviluppo Spa per l’acquisto da parte di quattro imprenditori. Pertanto quest’ultimi hanno perso la proprietà e dovranno partecipare all’asta se vorranno diventare di nuovi proprietari.
Mario Santocchio, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia a Scafati, commenta duramente la situazione: “A suo tempo avvertimmo della pericolosità di fare gli atti di compravendita nelle condizioni in cui si trovava la società purtroppo oggi a pagarne le conseguenze sono solo i poveri imprenditori che hanno fatto affidamento sulla serietà di una società pubblica – ha detto -. È scandaloso che dopo anni di disastri politici e gestionali, gli effetti del fallimento di Scafati Sviluppo continuino a danneggiare il tessuto imprenditoriale del nostro territorio. Parliamo di persone che hanno investito risorse e creduto in un progetto che avrebbe dovuto portare sviluppo e occupazione, ma che si è invece trasformato in un’enorme macchina di debiti e clientelismo”.
Santocchio punta il dito contro la gestione politica che ha portato al disastro: “Il fallimento di Scafati Sviluppo è l’ennesima eredità negativa lasciata dalla seconda amministrazione comunale di Pasquale Aliberti. Una società che avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità per il territorio è stata ridotta a un “poltronificio politico”, con debiti enormi e zero risultati. E ora, dopo anni, non abbiamo ancora chiarezza sullo stato di fatto del fallimento né sul destino dei terreni pubblici finiti sotto la curatela fallimentare”.
Fratelli d’Italia chiede che venga fatta piena luce su questa vicenda e che siano tutelati gli imprenditori e colpiti i responsabili ossia coloro che sapevano di non poter fare gli atti di vendita tenuto conto delle condizioni della società. “Non si può chiedere a chi ha già pagato di farlo nuovamente. È necessario che le istituzioni intervengano con urgenza per impedire questa beffa ai danni di chi lavora e produce sul nostro territorio”, conclude Santocchio.