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“D’amore non si muore”, questo lo slogan scelto dagli alunni del Liceo E. Pascal di Pompei, protagonisti, insieme alla loro Dirigente Filomena Zamboli e ai docenti, di un momento di riflessione sulla delicata tematica della violenza sulle donne.
Attraverso i plurimi linguaggi della musica, dell’arte, della danza, della narrazione, caratterizzanti i diversi indirizzi del Liceo, hanno dato voce, nome e volto alle tante vittime di abusi e violenze, attraverso un vero e proprio spettacolo, momento finale di un percorso formativo interdisciplinare attraverso cui l’educazione affettiva si intreccia con azioni di cittadinanza attiva. “Da Donna a Donna”, il titolo della performance che si è sviluppata in diversi momenti: gli “Attimi”, rappresentazioni figurative delle opere artistiche che nei secoli hanno riprodotto le violenze sulle donne, i “Frammenti esistenziali”, letture di storie dolorose, ma a volte anche di rinascita, per ribadire la speranza di potercela fare, le canzoni, come Donna di Mia Martini, eseguita da una giovane allieva, su cui gli alunni dell’indirizzo coreutico hanno realizzato una coreografia, intensa ed emozionante, che ha sottolineato il dolore e la consapevolezza di gesti di ribellione silenziosi, ma forti nella denuncia. Al centro della scena l’installazione artistica ” Scarpette rosse”, il “simbolo di Venere” realizzato con scarpe rosse di ogni forma e taglia, ad indicare la trasversalità dei delitti contro le donne, con al centro due scarpetteda neonata, simbolo di speranza. Tutto dedicato a Giulia , la centocinquesima vittima del 2023, la cui morte ha scosso gli animi di giovani e adulti. Il momento conclusivo è stato affidato alle riflessioni dell’avvocato Anna Brancaccio del foro di Torre Annunziata che ha ribadito l’importanza di momenti in cui a scuola le giovani generazioni sperimentino le forme di una possibile cultura e convivenza civile e non violenta fra uomini e donne “Serve insegnare che l’amore non è possesso. L’amore è RISPETTO: rispetto per quello che si è, per i sogni che si vogliono realizzare, per le opinioni che si hanno, è confronto, dialogo continuo. L’amore è essere liberi e rispettare le libertà dell’altro. Non serve la violenza per essere amati…le donne devono pretendere rispetto e se si trovano in difficoltà devono avere il coraggio di parlare con i genitori e con persone mature che hanno esperienza e saggezza e sicuramente sapranno consigliare il meglio. Denunciare sempre, mai isolarsi o sopportare il dolore in solitudine. Ma parlarne con tutta le forze”. E’ importante, pertanto, che nella scuola i contenuti, i metodi e i modelli proposti si traducano in azioni didattiche e pedagogiche capaci di ridefinire già dall’interno l’intera percezione del problema sociale della violenza sulle donne. “Due sono le parole chiave che ci siamo dati al Pascal, quest’ anno, come lanterne a illuminare la complessità del cammino educativo: Cura e Testimone. Cura della persona, ogni persona, degli alunni ma anche degli adulti che li accompagnano nella quotidianità scolastica e non solo. E Testimone: desideriamo ascoltare testimonianze di uomini e donne, del presente e del passato, cioè che sia possibile incontrare o le cui vite, ordinarie nella loro straordinarietà, emergano dai libri e dai tablet e parlino al cuore dell’uomo. Un continuo tentativo di cucitura di percorsi centrati sui ragazzi, sulle loro sensibilitá. Un grande, faticoso lavoro nel quale insegnanti responsabili e appassionati non si sottraggono. E per questo accadono certi momenti speciali. Come quello di oggi, tutti per uno e uno per tutti.” Queste le parole della Preside Zamboli alla fine della giornata, con gli occhi sui suoi alunni che in silenzio, con commozione, hanno detto il loro NO alla violenza sulle donne.
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